Di Bruno Lorenzo Castrovinci

Pubblicato su Tuttoscuola il 3 settembre 2024

Settembre apre le sue braccia all’autunno, lasciandosi alle spalle i ricordi caldi di un’estate che lentamente si dissolve, come un sogno che svanisce al risveglio. La scuola, rimasta silente dalla fine di giugno, con le sue aule immerse in un silenzio profondo durante i mesi estivi, riprende a poco a poco vita. Eppure, nonostante il caldo anche quest’anno, gli uffici di segreteria non si sono mai fermati, così come lo staff di dirigenza, che ha continuato a lavorare, anticipando l’avvio del nuovo anno scolastico o perché impegnato in attività estive già programmate, o per le scuole del secondo ciclo alle prese con l’organizzazione e lo svolgimento degli esami di recupero per chi aveva un giudizio sospeso.

A settembre, quindi, la scuola italiana si rinnova e cambia pelle. Alcuni docenti sono andati via, trasferiti altrove o ritirati in pensione; altri, invece, sono stati temporaneamente assegnati ad altre sedi per un breve periodo. Nel frattempo, dal due settembre, tutti i docenti che hanno ottenuto un trasferimento presso la nuova sede di servizio e i neoassunti in anno di prova, prendono servizio, rinnovando l’organico dell’autonomia che si arricchisce di nuove risorse umane.

La scuola si trasforma così in un rituale ciclico che si ripete ogni anno, e in alcune realtà questo cambiamento porta con sé anche l’arrivo di un nuovo Dirigente Scolastico o di un nuovo DSGA che da quest’anno avrà un contratto di durata triennale nell’Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione.

Anche gli studenti cambiano, alcuni sono andati via in quanto hanno completato il loro ciclo d’istruzione, mentre altri arrivano, pronti a intraprendere il loro primo anno di un lungo percorso didattico. Questo cammino nella scuola dell’obbligo, si snoda attraverso otto annualità per il primo ciclo e cinque per il secondo, salvo i percorsi quadriennali sperimentali autorizzati.

L’inizio di un nuovo anno scolastico è un momento cruciale, sia per gli studenti che per il personale scolastico. Perché tutto possa iniziare in modo ordinato ed efficiente, è necessario svolgere una serie di operazioni preparatorie. Queste operazioni non si limitano alla pianificazione delle lezioni, ma coinvolgono anche l’organizzazione amministrativa, la preparazione degli spazi fisici e la gestione delle risorse umane e materiali.

Così la scuola, organizzazione viva e mutevole, si rinnova ogni anno, cambiando pelle, trasformandosi ciclicamente, ma sempre pronta a riaccogliere tra le sue mura coloro che, giorno dopo giorno, ne tessono la sua storia.

Pianificazione didattica e curricolare

Una delle prime operazioni, la più delicata e cruciale, è la tessitura della trama didattica e curricolare che accompagnerà l’anno scolastico. Il Dirigente Scolastico, come un abile maestro d’orchestra, prepara l’atto d’indirizzo, guida luminosa per l’aggiornamento annuale del PTOF, giunto quest’anno, ormai al termine del suo percorso triennale. In questo atto, si riflette la saggezza di chi sa guardare oltre l’orizzonte, tenendo conto delle novità normative e, per i più attenti, dell’indirizzo del Ministro dell’Istruzione e del Merito, affinché la sinfonia scolastica possa accordarsi armoniosamente con le note del panorama nazionale.

È qui, in questo spazio di riflessione e di decisione, che si incontra la necessità di confronto con l’RSU d’Istituto, per dare forma al Piano Annuale delle Attività. Questo documento, non è un semplice insieme di scadenze, ma il cuore pulsante della vita scolastica: in esso si stabiliscono i momenti d’incontro, di scambio, di confronto, delle collaborazioni tra i docenti. Oltre le lezioni, in quelle 40+40 ore contrattualizzate nel CCNL, si costruisce il dialogo, si intrecciano relazioni, si fonda il clima sereno e costruttivo che permetterà alla scuola di realizzare un bell’ambiente di lavoro con immediate ricadute sul clima generale degli ambienti di apprendimento.

Il Collegio Docenti, con il rispetto e l’attenzione dovuti all’atto d’indirizzo del Dirigente, si mette all’opera, elaborando l’aggiornamento annuale del PTOF, un lavoro di precisione e di visione, che prende forma e sostanza. Sarà poi il Consiglio d’Istituto a dare la sua approvazione, chiudendo il cerchio di un processo che non è solo tecnico, ma profondamente umano, fatto di scelte che incidono sulla vita di studenti e insegnanti.

Questa pianificazione è più di un semplice piano: è la mappa di un viaggio, la visione chiara e strutturata di un’offerta formativa che non si limita a far maturare competenze negli studenti, ma che punta a creare esperienze, a costruire un cammino coerente e mirato, dove ogni passo è pensato, dove ogni momento è un’occasione di crescita. Così, nell’armonia di una programmazione ben fatta, la scuola si prepara a vivere un nuovo anno, pronta ad accogliere e a nutrire le menti e i cuori che varcheranno le sue porte.

Organizzazione amministrativa

Insieme alla pianificazione didattica, l’organizzazione amministrativa gioca un ruolo chiave. Gli uffici di segreteria devono occuparsi della gestione delle iscrizioni degli studenti, della presa di servizio e contrattualizzazione, dei docenti neoarrivati. Inoltre, devono gestire la documentazione necessaria, come le certificazioni mediche degli studenti, e assicurarsi che tutti i dati siano aggiornati e correttamente archiviati. L’organizzazione amministrativa prevede anche la gestione delle risorse economiche allocate nei vari aggregati con il programma annuale, le attività negoziali necessarie per l’acquisizione di materiali didattici e la manutenzione delle infrastrutture scolastiche e l’assegnazione da parte del DSGA nel rispetto della Direttiva del Dirigente Scolastico, dei ruoli e delle relative funzioni di tutto il personale ATA. Tutte queste attività richiedono una pianificazione meticolosa per garantire che l’anno scolastico possa iniziare senza intoppi.

Organizzazione delle classi e orario scolastico

Parallelamente alla delicata tessitura della pianificazione didattica, c’è un altro compito che si erge come una colonna portante nell’edificio della scuola: l’organizzazione delle classi. Il Dirigente Scolastico, insieme al suo staff, assume il ruolo di architetto di questa complessa struttura, dove la formazione delle classi e l’assegnazione dei docenti devono essere orchestrate con sapienza e giustizia, nel rispetto dei criteri deliberati dal Consiglio d’Istituto e delle proposte avanzate dal Collegio Docenti.

È in questi momenti, in queste scelte silenziose e ponderate, che si traccia il destino di un intero anno scolastico. La formazione delle classi prime non è un mero atto burocratico, ma un’opera di bilanciamento sottile, dove è fondamentale distribuire gli studenti in modo equilibrato, tenendo conto dei livelli di competenza raggiunti negli anni precedenti. Se questo equilibrio viene meno, si rischia di creare una varianza interna ed esterna tra le classi, aumentando le disparità e rendendo più difficile il cammino per alcuni studenti. Allo stesso modo, l’assegnazione dei docenti è un momento cruciale: se i migliori e più preparati vengono concentrati in poche classi, si genera una frattura che può alimentare disparità e, nel tempo, contribuire alla dispersione scolastica, sia essa implicita o esplicita.

Queste decisioni non sono esenti da influenze esterne, come sottolineato dagli studi di Angelo Paletta. A volte, le famiglie intervengono, cercando di assicurarsi, per i propri figli, i migliori insegnanti e i compagni più affini, dimenticando l’importanza di un’equa distribuzione che favorisca il benessere collettivo della comunità scolastica. Questi desideri, se accolti senza la giusta ponderazione, possono inclinare l’equilibrio delicato che la scuola cerca di mantenere.

Prima che le campanelle suonino l’inizio delle lezioni, il Dirigente Scolastico deve anche affrontare la sfida di formulare l’orario delle lezioni, confrontandosi con l’RSU e ascoltando le proposte del Collegio Docenti. Ogni ora, ogni giorno della settimana devono trovare il loro posto nel grande mosaico dell’organizzazione scolastica, rispettando i criteri di funzionamento approvati dal Consiglio d’Istituto. La decisione se articolare le lezioni su cinque o sei giorni e la scelta di prevedere o meno rientri pomeridiani, sono tutti fattori che influiscono profondamente sul benessere organizzativo della scuola, e di conseguenza sull’ambiente di apprendimento e sui risultati scolastici.

Non meno importante è l’assegnazione delle aule alle classi, ultimo tassello di questo complesso puzzle. Qui, si può scegliere tra il modello tradizionale, dove ogni classe ha una propria aula fissa e i docenti si spostano tra le stanze, o il modello delle aule laboratorio disciplinari, dove sono gli studenti a muoversi, attraversando corridoi e scalinate per raggiungere ambienti dedicati alle singole discipline o a gruppi di esse. In questo scenario, modelli innovativi come quello delle aule disciplinari DADA o le personalizzazioni nate dal Movimento delle Avanguardie Educative aprono nuove prospettive, offrendo spazi dinamici e stimolanti, dove il sapere prende forma in modi sempre diversi.

Ogni scelta, ogni decisione, è un passo nel viaggio della conoscenza. La scuola, con il suo corpo vivo e mutevole, si prepara così a un nuovo anno, un ciclo che si rinnova e che porta con sé la speranza di un futuro sempre migliore, costruito giorno dopo giorno, lezione dopo lezione, nelle aule che risuonano di vita e di sapere.

Preparazione degli spazi fisici

Un altro aspetto fondamentale è la preparazione degli spazi fisici. Le aule, i laboratori, le biblioteche e le palestre devono essere pronti per accogliere gli studenti. Ciò comporta la pulizia e la manutenzione degli ambienti, l’allestimento delle attrezzature didattiche e la verifica del corretto funzionamento dei dispositivi tecnologici come computer, lavagne interattive e proiettori. Inoltre, è essenziale predisporre adeguate misure di sicurezza, come la verifica degli impianti antincendio e la segnaletica per le vie di fuga. La cura degli spazi fisici non solo contribuisce al benessere degli studenti e del personale, ma facilita anche lo svolgimento delle attività didattiche in un ambiente sicuro e accogliente.

Gestione e valorizzazione delle risorse umane

La gestione delle risorse umane rappresenta un tassello fondamentale, un pilastro su cui si erge la solida struttura di ogni istituzione scolastica. Prima che l’anno scolastico prenda vita, il Dirigente Scolastico è chiamato a delineare la mappa dell’organizzazione del lavoro, una mappa che non è solo uno schema, ma un disegno vivente, capace di adattarsi alle necessità e alle sfide del momento. A volte, questa mappa si traduce nel mantenere l’organizzazione esistente, apportando quei sottili adattamenti che possono migliorare e ottimizzare tutti i processi. Ma non sempre è possibile conservare la struttura dell’anno passato, poiché il tempo porta con sé cambiamenti inevitabili: personale che si ritira, che viene trasferito, o che assume nuovi ruoli, come i docenti dello staff che, vincitori di concorso, si accingono a diventare Dirigenti Scolastici in nuove realtà.

Di fronte a queste trasformazioni, il Dirigente Scolastico si trova a dover rivedere l’organizzazione generale, ricomponendo il mosaico delle risorse umane con pezzi nuovi e vecchi, ciascuno con il proprio colore e la propria forma. Questo nuovo quadro, che si sintetizza nel documento dell’Organigramma e del Funzionigramma, è il risultato di una visione chiara e lungimirante, dove ogni ruolo è definito con cura e precisione. Ad ogni ruolo, poi, vengono assegnati i docenti che ne faranno parte, a partire dai collaboratori più stretti, il primo e il secondo, la cui scelta è prerogativa del Dirigente, così come quella di coloro che si occuperanno degli aspetti organizzativi.

Ma non tutto è nelle mani del Dirigente. Il Collegio Docenti gioca il suo ruolo nella scelta di chi si occuperà degli aspetti didattici: i Coordinatori di Dipartimento e Didattici, i Referenti di specifiche azioni, e le Funzioni Strumentali, il cui numero e le aree di competenza vengono stabilite con attenzione. L’individuazione di questi docenti può avvenire durante la seduta del Collegio Docenti, oppure tramite un avviso pubblico di selezione interna, quando le candidature sono molteplici.

La scelta dei collaboratori e dello staff non è un atto formale, ma una decisione strategica di grande portata. In un’istituzione scolastica, assegnare ruoli chiave a persone motivate, preparate e dotate di eccellenti capacità relazionali, significa costruire un ambiente di lavoro armonioso e produttivo. È in questo clima favorevole che nascono le migliori idee, che i progetti più ambiziosi prendono vita e che gli studenti trovano le condizioni ideali per crescere e imparare. Docenti motivati e preparati non solo elevano la qualità dell’offerta formativa, ma sono anche propensi a innovare, a progettare e a impegnarsi attivamente nella ricerca di nuove risorse e opportunità, creando reti di collaborazione con altri istituti e arricchendo così il tessuto scolastico.

Al contrario, quando il ruolo viene affidato a persone incompetenti, autoritarie o inclini al conflitto, l’istituzione scolastica, pur essendo un’organizzazione a “legami laschi”, si trova a dover compensare una gestione inadeguata. Questo genera un clima di lavoro demotivante, segnato da conflitti e da un progressivo declino dell’entusiasmo e dell’impegno che può sfociare nel triste fenomeno del “Soldiering”, dove il personale si limita a fare il minimo indispensabile.

È quindi di fondamentale importanza che il Funzionigramma stabilisca con chiarezza la divisione dei compiti tra il personale, affinché ognuno conosca esattamente le proprie responsabilità. Una gestione efficiente delle risorse umane è la chiave per creare un ambiente lavorativo sereno e produttivo, un terreno fertile dove possono germogliare successi scolastici e dove l’offerta dei servizi al territorio raggiunge il suo massimo splendore, con effetti positivi anche sulla fase delle iscrizioni. In questo modo, la scuola non solo prepara il futuro dei suoi studenti, ma costruisce ogni giorno il suo futuro, radicandosi sempre più profondamente nella comunità che serve.

Comunicazione e coinvolgimento delle famiglie

Infine, c’è un filo invisibile ma potentissimo che lega la scuola al cuore delle famiglie degli studenti: la comunicazione. Non si tratta solo di trasmettere informazioni riguardo alle date di inizio delle lezioni, agli orari scolastici o ai regolamenti interni. È molto di più. È la costruzione di un ponte solido e sicuro, su cui le famiglie possono camminare al fianco della scuola, partecipando attivamente al percorso educativo dei loro figli. Questo ponte è fatto di riunioni, circolari, e-mail, e di quel portale digitale che è il sito web della scuola. Ma soprattutto, è fatto di parole chiare, di ascolto attento, di trasparenza assoluta.

Stabilire un canale di comunicazione aperto con le famiglie non è solo utile, è essenziale. È il terreno fertile su cui può crescere una collaborazione sincera, una fiducia reciproca che trasforma ogni interazione in un’opportunità di crescita. Quando scuola e famiglia dialogano costantemente e costruttivamente, si crea un ambiente educativo che è sereno, stimolante, capace di accogliere e sostenere ogni studente nel suo percorso.

L’alleanza tra scuola e famiglia è il pilastro su cui poggia ogni azione educativa e formativa di successo. Quando si assegnano i docenti alle classi o si forma un gruppo di studenti, è fondamentale ascoltare le famiglie, renderle partecipi del processo decisionale. Tuttavia, questo ascolto deve essere guidato da saggezza ed equilibrio, per prevenire conflitti futuri e per mantenere quella serenità che è il fondamento di un ambiente scolastico sano.

Ogni docente, per quanto preparato e competente, può incontrare difficoltà nel costruire la giusta alleanza con le famiglie. Questo accade perché i bisogni espliciti delle famiglie e degli studenti non sempre vengono colti o soddisfatti nel modo migliore. Ecco perché è fondamentale che la comunicazione non sia mai un monologo, ma un dialogo aperto, dove ogni parte si sente ascoltata, compresa, e valorizzata.

In questo dialogo, la scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma un rifugio sicuro, un faro che guida gli studenti e le loro famiglie attraverso le sfide dell’educazione. Solo con una comunicazione efficace, aperta e sincera, questo faro può brillare con tutta la sua luce, illuminando il cammino di chi vi si affida.


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